Informativa e consenso per l'uso dei cookie

Il nostro sito salva piccoli pezzi di informazioni (cookie) sul dispositivo, al fine di fornire contenuti migliori e per scopi statistici. È possibile disattivare l'utilizzo di cookies modificando le impostazioni del tuo browser. Continuando la navigazione si acconsente all'utilizzo dei cookie.

Leggi l'informativa Accetto
Verso le olimpiadi della parità.

Quelli di Parigi saranno i primi Giochi con una parità assoluta di atleti e atlete e ci saranno anche altre importanti prime volte in chiave di servizi e sostegni per l’equità di genere. Il testimone della parità passerà poi a Milano Cortina 2026.I dati internazionali e nazionali sulla presenza e sulla rappresentazione degli sport femminili nei media continuano però ad esser critici: le notizie di sport focalizzate sulle figure femminili sono solo il 4% e spesso usano un linguaggio ancora stereotipato.

Milano, 4 luglio 2024 – Ieri mattina, nella Sede di Milano dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il progetto #100esperte promosso da Gi.U.Li.A. Giornaliste e dall’Osservatorio di Pavia con il sostegno di Fondazione Bracco, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti Lombardia, l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed) dell’Università Cattolica e Fondazione Milano Cortina 2026, ha organizzato un incontro di formazione e approfondimento sul tema della parità in vista dei prossimi Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024.

L’incontro nasce dall’esigenza di affrontare il tema delle pari opportunità nell’informazione sportiva offrendo alla stampa e alla riflessione pubblica dati e ricerche che illustrano i problemi dell’informazione sportiva da una prospettiva femminile, confrontando i punti di vista di personalità istituzionali dello sport, dell’accademia e dello sport olimpico e paralimpico.

Il dato di partenza è significativo: quelle di Parigi saranno i primi Giochi con una parità assoluta. Se a Parigi 1900 avevano partecipato 22 donne (2%), a Tokyo 2020 avevano raggiunto il 48,7%. Ai prossimi Giochi Olimpici ci saranno 5.250 donne e 5250 uomini (50%).

Anche nelle Paralimpiadi si sono fatti molti passi avanti: a Roma 1960 avevano partecipato 37 donne e 161 uomini (19%); in quelle del 2024,  ci saranno 235 eventi medaglia per donne (43%, su un totale di 549).

Come ha spiegato Marco Lombardi, Direttore della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, il simbolo stesso delle prossime Olimpiadi consta di una medaglia d’oro, quella a cui tendono tutti gli atleti, di una fiamma olimpica che spinge ciascun atleta a concorrere, e soprattutto di un volto di donna. È il volto della Marianna, un simbolo che per la Francia ha un significato molto chiaro: eguaglianza, libertà e fraternità.

C'è però ancora un divario di genere tra tutti i ruoli di leadership ai Giochi Olimpici, come quelli di Chef de Mission, Technical Official e coach.

Come ha ricordato Claudia Giordani, vicepresidente del CONI, a Parigi 2024 ci saranno anche altre importanti prime volte in chiave di equità di genere. Grazie all’intento della Commissione Atleti del CIO e della sua Presidente Emma Thero e del Comitato organizzatore, nel Villaggio olimpico e paralimpico di Parigi 2024 per la prima volta sarà presente uno spazio dedicato ad atlete e atleti genitori di figli piccoli, per trascorrere tempo in famiglia.  Grazie alla Commissione Atleti presieduta da Raffaella Masciadri, il Coni per la prima volta ha messo a disposizione borse di studio per le atlete mamme. I Giochi stanno diventando quindi sempre più rilevanti per il progresso culturale e per l'affermazione dei valori dello sport tra cui la parità di genere. 

Per Parigi 2024, OBS (Olympic Brodcasting Services), che produce i contenuti TV, radio e digitali di Olimpiadi e Paralimpipadi, avrà 30 donne in più nei ruoli di commento e più donne nei Team di produzione e nelle posizioni dirigenziali.

Per la prima volta le Linee Guida CIO Portrayal. Gender-Equal, Fair And Inclusive Representation In Sport, istituite nel 2018 per avere una rappresentazione dello sport equa e inclusiva, saranno disponibili anche in italiano a cura di Fondazione Milano Cortina 2026.

Come ha sottolineato Diana Bianchedi, Chief Strategy Planning Legacy Officer di Fondazione Milano Cortina 2026, se Parigi 2024 sarà la prima Olimpiade della storia a raggiungere la parità numerica, il testimone passerà poi ai Giochi di Milano Cortina 2026 che saranno l’edizione invernale più gender balanced della storia con il 47% di partecipazione femminile e 50 eventi femminili. Durante le Paralimpiadi invernali ci saranno 39 eventi con medaglie per gli uomini e 35 per le donne e 5 eventi misti.

Andando ad analizzare la relazione donne, sport e media, i dati internazionali e nazionali sulla presenza e sulla rappresentazione degli sport femminili nei media non sono però confortanti. Come ha ricordato Monia Azzalini, Responsabile del settore media e genere dell’Osservatorio di Pavia, secondo la sesta edizione del Rapporto del Global Media Monitoring Project (GMMP), il più ampio progetto di ricerca internazionale sulle donne nell’informazione, le notizie di sport focalizzate sulle figure femminili sono solo il 4%. Fra i professionisti dello sport, le donne hanno visibilità pari solo al 14% rispetto all’86% degli uomini, ma non sono quasi mai interpellate a titolo di esperte. Infine, il Rapporto GMMP, che nel 2020 ha raccolto i dati relativi a 5 diversi tipi di media in 116 paesi del mondo analizzando 30.172 notizie, ha evidenziato che i servizi sportivi dedicati ai problemi di uguaglianza e di disuguaglianza di genere sono solo l’1%, benché lo sport sia il quinto argomento più trattato a livello mondiale.

Rispetto al tema della comunicazione e della responsabilità dei media nel racconto dello sport, Paola Abbiezzi, Direttrice didattica del Master Comunicare lo sport e coordinatrice della didattica della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica, ha richiamato l’attenzione su un passaggio chiave delle Linee Guida CIO Portrayal: «Lo sport è una delle piattaforme più potenti per promuovere l’uguaglianza di genere e l’emancipazione di donne e ragazze, e la copertura dello sport è molto influente nel plasmare norme e stereotipi di genere».

Attraverso il raggiungimento di ampie fasce di pubblico, ha spiegato Abbiezzi, il racconto sportivo può promuovere narrazioni di progresso e mettere in luce nuovi modelli di ruolo o, al contrario, perpetuare stereotipi e cliché profondamente radicati. Esistono ancora gap sia quantitativi (l’attenzione mediatica rivolta allo sport femminile negli ultimi anni in occasione dei grandi eventi si è attestata intono al 5%) sia qualitativi (il linguaggio è ancora pieno a stereotipi di genere legati alla corporeità, all’età, alla situazione sentimentale e all’ambito familiare più che alla dimensione agonistica). E ciò può anche condizionare l’abbandono dello sport da parte delle donne soprattutto giovani.

Nel contesto culturale e mediatico attuale, i dati sulla presenza femminile nei vari settori della società stanno inziando ad arrivare ma le opportunità che le competenze e l’expertise femminile emergano e possano avere spazio, voce e visibilità sono ancora troppo poche. Come ha sottolineato Gaela Bernini, Segretaria Generale Fondazione Bracco, la banca dati online ((https://100esperte.it/) del progetto “100 donne contro gli stereotipi” (#100esperte) - nata da un’idea di Gi.U.Li.A. Giornaliste e dall’Osservatorio di Pavia, con il sostegno di Fondazione Bracco e il supporto della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea – liberamente accessibile con oltre 460 di esperte in settori strategici (STEM, Economia e Finanza, Politica internazionale, Storia e Filosofia, Sport), è oggi uno strumento strategico per avere a disposizione in modo veloce e preciso dati e profili di professioniste da coinvolgere nel dibattito pubblico e per poter quindi contribuire a raggiungere la parità di genere nella rappresentazione mediatica.

All’incontro, moderato dal giornalista Luisella Seveso, hanno partecipato (in ordine di intervento): Marco Lombardi, Direttore della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore; Claudia Giordani, Ex campionessa olimpica di sci nordico, vicepresidente del CONI; , Diana Bianchedi, Chief Strategy Planning Legacy Officer Fondazione Milano Cortina 2026; Gaela Bernini, Segretaria Generale Fondazione Bracco; Monia Azzalini, Responsabile del settore media e genere Osservatorio di Pavia; Paola Abbiezzi, Direttrice didattica del Master Comunicare lo sport dell’Università Cattolica del Sacro Cuore;  Mimma Caligaris, GiULiA Giornaliste; Ruben Razzante, Docente di Diritto dell’informazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore;  Sergio Giuntini, Presidente Società Italiana di storia dello sport; Chiara Mazzel, Campionessa paralimpica di sci; Novella Calligaris, Ex campionessa olimpica di nuoto, presidente ANAOAI (Associazione Nazionale Atleti Olimpici Azzurri d’Italia).

Claudia Giordani, Diana Bianchedi, Paola Abbiezzi e Novella Calligaris sono anche parte del database 100esperte sport.